Di
Aristide Fiore
La "scala della morte" a Mauthausen. |
[Pubblicato
su Le
Cronache del salernitano,
30 gennaio 2014, p. 16.]
Nell'ambito
delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, sabato scorso si è
tenuto a Salerno, nell'ex chiesa di Santa Apollonia, un incontro
organizzato dall'Associazione Studio Apollonia, in collaborazione con
ANED IT, Associazione Daltrocanto, Bottega San Lazzaro, Museo dello Sbarco e Salerno Capitale, Fornace Falcone, Senza Periferie e Arcigay Salerno. La manifestazione era articolata in tre momenti: “Oltre il
Silenzio”, un contenitore di riflessioni, intervallate con musica e
canti della Compagnia Daltrocanto. Ha suscitato viva emozione
l'intervento di Ernesto Scelza, che, accompagnato alla chitarra da
Antonio
Giordano
della Compagnia Daltrocanto, ha letto una sua composizione intitolata
“Il secolo guasto / Un canto sommesso”, scritta
per l'occasione. La presentazione del volume di Grazia Di Veroli La scala della Morte. Mario Limetani da Venezia a Roma, via Mauthausen è stato l'evento centrale della serata; alcuni brani dell'opera sono
stati letti da Pasquale De Cristofaro. Il programma si è concluso
con un’azione performativa che ha coinvolto tutti i presenti, i
quali sono stati invitati a abbattere, un mattone dopo l'altro, un
simbolico “muro della vergogna”, al quale si contrapponeva un
candido “muro d'amore”, sul quale una allieva della Scuola
Elementare “Arbostella” ha scritto parole di speranza.
Pubblicato
da Marlin Editore in concomitanza col 70° anniversario della
deportazione romana del 4 gennaio, il volume di Grazia Di Veroli
narra la storia di Mario Limentani, nato nel 1923 a Venezia e
trasferitosi con la famiglia a Roma, deportato a Mauthausen nel
dicembre del 1943, in seguito a un rastrellamento, essendo stato
riconosciuto come ebreo. Il protagonista di quest'opera si trova di
colpo dalla parte delle vittime, prima perché colpito dalle leggi
razziali e poi a causa della deportazione, fino aapprodare nella
dimensione disumana e spersonalizzante del lager, che per moltissimi
fu l'anticamera della morte. Secondo
l'autrice, l'oltraggio delle tre teste di maiale, che ha colpito la
comunità ebraica di Roma rende molto più pesante il clima di queste
celebrazioni per la Giornata della memoria. Il libro su Mario
Limentani si deve all'impegno del protagonista a trasmettere la
propria esperienza alle nuove generazioni, proprio allo scopo di
evitare certe pericolose ricadute. Nel suo racconto sono esposte le
dolorose vicende che caratterizzarono circa un anno e mezzo di
prigionia, senza tuttavia ricorrere mai a espressioni di rancore né
indugiare in dettagli particolarmente crudi. Scorre così, mediato da
un romanesco semplice e diretto, il racconto di fatti che,
riconsiderati nella loro intera portata, rasentano l'indicibile: le
percosse, l’espropriazione di tutti i beni, la moltitudine delle
lingue parlate nel campo, la fame e, soprattutto, il ricordo
indelebile del lavoro forzato nella cava, con la famigerata “scala
della morte”: 186 gradini ripidi e scivolosi da salire e scendere
continuamente per almeno dodici ore al giorno, con un masso di
granito sulle spalle; una pena da poema dantesco, resa concreta dalla
ferocia sadica delle SS. Molti internati perdevano la vita in quel
luogo, per sfinimento o precipitando nel burrone sottostante. A tali
orrori fa da contraltare l'invito
alla speranza che traspare dall'epilogo di questa storia, col ritorno
alla normalità e la formazione di una nuova famiglia. Secondo
Alfonso
Conte, la
validità delle testimonianze di quegli avvenimenti è
incontrovertibile, dunque non è necessario perdere tempo a
contestare le tesi negazioniste, ormai palesemente infondate. Va
piuttosto coltivata, attraverso la valorizzazione di questo
patrimonio, l'attenzione per gli ultimi, la capacità di soffermarsi
anche sugli aspetti più semplici della quotidianità. In poche
parole, bisogna evitare che le necessità e le angosce ignorate, come
è già successo, determinino nella società la predisposizione a
cercare pericolose scappatoie nell'individuazione di capri espiatori
e nell'instaurazione di regimi liberticidi.
Il "Muro d'amore" (foto: A. Fiore). |
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